L’ ATTUALE CONFLITTO SOCIALE – CAUSA DALLE MANCATE RISPOSTE POLITICHE.

da admin su lunedì, Luglio 8th, 2013

In quest’ultimi tempi, mi chiedo spesso, se le mancate risposte  politiche  siano la causa dell’evidente  conflitto sociale che sta colpendo anche la nostra piccola Comunità, imbruttendola come non mai, oppure sono tali da non scalfire neanche il modo di essere della stessa  nostra realtà territoriale.

Questa mia breve riflessione sull’argomento non vuole ricomprendere tutta  una serie di problematiche che riguardano gli elementi che influenzano e  determinano un preciso modo di essere.

Voglio, invece, indicare,  soltanto, qualche aspetto che possa darmi il modo di partire da un assunto.  E’ pur vero che venendo meno lo sviluppo dei settori trainanti l’economia di  una qualunque comunità possa contribuire a rendere accettabile il conflitto  sociale, oppure renderlo ingestibile sino a doversi constatare  l’ingovernabilità di tutti i processi sociali.

Credo, senza ombra di dubbi, che le mancate risposte politiche alla  domanda della Comunità sono causa indiscutibilmente di ’accelerazione del  conflitto sociale e le sue stesse conseguenze.

Penso per esempio al ritardo dell’approvazione di un Piano Regolatore  Generale, all’aumento dei tempi per il rilascio di una concessione, alla  realizzazione di un progetto d’investimento di un lavoro pubblico o di un  servizio, all’aumento o alla diminuzione della tassazione fiscale, alla piena  gestione della prontezza della circolazione stradale, alla economicità dei  costi delle spese correnti del bilancio, ai tempi dell’efficienza dello  stesso Ente, alla risposta lenta di nuovi servizi, all’intervento con  ritardo, rispetto ai bisogni urgenti di determinate categorie di cittadini e  tante altri interventi che avvengono superando, spesso i termini disposti  dalle leggi, e tanti altri problemi che sono indiscutibilmente presenti nel  processo sociale di ogni comunità.

Quest’ultimi segmenti ci fanno comprendere che il conflitto può essere dietro l’angolo e che lo stesso possa raggiungere un alto tasso tale da non  poter garantire il superamento di ogni contrasto presente nella Comunità ed  introdursi nel pieno dello stesso contrasto in esame.

Certo, l’abusivismo, è anche parte della mancanza di un Piano Regolatore  Generale e di altri attinenti o integranti ad esso. Se un progetto necessita  o meno del rilascio di una  concessione  edilizia, oppure di un permesso o di una segnalazione, spesso, consente la  selvaggia edificazione del territorio.

Certamente i tempi di realizzazione di un lavoro pubblico impongono una  diversa concezione della Pubblica Amministrazione, come anche l’inefficiente  erogazione di un servizio convince l’utente a guardare le tariffe con  sospetto e a trovarsi in disaccordo con qualunque decisione di  razionalizzazione, di rimodulazione e di azione della singola amministrazione  comunale sempre incapace, inefficiente e priva di decisioni politiche congrue  rispetto alle attese.

Insomma, diciamolo chiaramente  qualunque decisione che si affronta in termini di realizzazione che non  rispecchia il reale gradimento della popolazione, diventa quasi giustificato  il conflitto sociale, senza mettere in conto che non porta da nessuna parte.

Per carattere io sono contrario al conflitto sociale, ma sono  anche contrario alle risposte inefficienti e poco produttive di accettazione  da parte dei destinatari per il semplice fatto che si ritengano superficiali,  inutili e dispendiosi di risorse finanziarie, senza che gli obiettivi siano  raggiunti e che soddisfano tutte le attese poste dalle domande della  comunità.

Spero che quanto ho appena in sintesi   accennato sopra non sia considerato privo di fondamento, o privo di  ogni significazione e stimolo per un proficuo dibattito da parte di coloro  che vogliono affrontare questo problema, certamente più in profondità e più  ampiamente argomentato.

Pensavo di sottoporre qualcosa a  coloro i quali ne sanno più di me, mentre, speranzoso come sono, mi auguro  che trovi un poco di ascolto in coloro che di queste terrene cose ne  conoscono abbastanza e ci facciano partecipi delle loro tesi e dei loro  argomenti.

Oggi, dico solamente che le mancate risposte politiche sono predominanti  per la nascita e lo sviluppo del conflitto sociale.

Temo  che il disagio economico si trasformerà presto in aperto conflitto sociale.  Tutti contro tutti. Viviamo in uno strano clima di attesa. Come se una  catastrofe imminente fosse alle porte. Auguriamoci che non sia così.

Se vogliamo contribuire ad abbassare questo conflitto sociale, non ci  resta altro che la partecipazione e l’interesse a contribuire ad  ogni decisione che investa la nostra Comunità.

Ma  come non accorgersi che il Paese sta franando sotto i  nostri piedi e l’umore nerissimo della gente annuncia giorni che non vorremmo  vedere?

08-07-2013

Santino Quartarone

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